Tour de France 2023, Tadej Pogacar: “Quest’anno sto cercando di essere un po’ più controllato e di non tirare tutte le bombe in una volta”

Tadej Pogacar pronto ad affrontare la settimana decisiva del Tour de France 2023. Dopo due settimane intense e di grandi battaglie, il corridore dell’UAE Team Emirates si trova al secondo posto in classifica generale e deve recuperare solo dieci secondi alla Maglia Gialla Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), con il quale sta dando vita a una sfida appassionante e incerta. Per riuscire a colmare il gap e a conquistare il suo terzo Tour, il fenomeno sloveno avrà a disposizione sei tappe, ma tre saranno quelle che, quasi sicuramente, risulteranno decisive ai fini del successo finale, la cronometro di martedì e le due frazioni di montagna di mercoledì e sabato. Giornate nelle quali sparare le proprie cartucce, cosa che il 24enne assicura di non aver ancora fatto.

“L’anno scorso forse volevo troppo e magari ho fatto qualche mossa stupida – ha dichiarato Pogacar nella conferenza stampa durante il secondo giorno di riposo – Quest’anno sto cercando di essere un po’ più controllato e di non tirare tutte le bombe in una volta. Ma la situazione è diversa rispetto a quella dell’anno scorso”.

Il classe 1998 non ha ancora recuperato totalmente dall’infortunio al polso, ma le gambe girano bene: “Il polso al momento non è ancora a posto del tutto, ma non si pedala con il polso, e le gambe sono buone. Sono felice della situazione in cui mi trovo, poi vedremo dopo il Tour se prendermi un periodo di pausa”.

Lo sloveno sta provando anche a combattere contro il caldo: “Ogni anno provo a lavorare meglio con il caldo. È una cosa che ancora non mi piace tantissimo. Devo ringraziare i miei compagni e lo staff che mi stanno vicino e mi permettono di rinfrescarmi durante le salite. È un aspetto molto importante in questo Tour quello di mantenermi il più fresco possibile. È una cosa che abbiamo migliorato molto”.

Il corridore della UAE ha poi analizzato le tappe della terza settimana: “Dobbiamo vedere dopo la cronometro quale sarà la situazione, ma credo le tappe con il Col de la Loze e Le Markstein saranno due tappe decisive per il risultato finale. Dobbiamo solo aspettare e vedere, sarà una terza settimana entusiasmante e interessante e ci proveremo. Conosco bene le prossime due tappe, mentre non conosco così bene la tappa con il traguardo sul Markstein. Conosco la regione e le strade, più o meno è familiare. Dal punto di vista del profilo, la tappa di mercoledì sarà la più dura di questo Tour, ma a seconda di come si andrà la gara, potrebbe diventarlo la tappa 20. Nella tappa di mercoledì tutto si concentra sul Col de la Loze, quindi bisognerà risparmiare le gambe per quell’ultima salita. Nella tappa sui Vosgi si potrebbe attaccare da più lontano”.

Ovviamente, impossibile non parlare del duello con Vingegaard: “Può diventare una guerra psicologica, ma non credo che giocherà un ruolo così importante. Tutti si concentreranno sulla propria corsa. Jonas mi ha fatto un’ottima impressione nel gruppo, non è affatto nervoso. Penso sia molto forte quest’anno. Vedremo, non sarà facile. Le gambe decideranno tutto”.

“Viviamo tutti e due la corsa nel momento, non guardiamo troppo alla storia, ai duelli e alle battaglie, ma di sicuro di spingiamo l’un l’altro a migliorarci e a migliorare le squadre – ha proseguito il 24enne – Chi ha il vantaggio psicologico di noi due? Non ne ho idea. Lui ha la sua testa, io ho la mia. Mi piace duellare con lui per il terzo anno consecutivo. È un bel duello e ho molto rispetto per lui“.

Pogacar ha poi risposto a chi dubita delle prestazioni che vengono fatte al Tour e a chi insinua l’uso di doping: “Ogni anno mi fanno questa domanda al Tour e lo capisco, ma non vedo differenze tra quest’anno e gli altri anni. Andiamo a tutta in ogni fase della tappa, è vero, ma lo facciamo da anni. Capisco che le persone si interroghino a causa di alcune cose accadute in passato e capisco che alcuni non siano riusciti a superarlo“.

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